Altre info: Jamison Valley vol.1
Autore: Devney Perry
Casa Editrice (italiana): Always Publishing
Data di pubblicazione (italiana): 31 gennaio 2019
Formato letto: ebook, 5,99€
Perché quella che pensavo fosse pace era soltanto un’illusione. Oggi, con Georgia e Roe, ho capito cos’è veramente la pace.
Rieccomi a voi, lettori e lettrici! Ne è passato di tempo dall’ultima recensione scritta, lo so. Sappiate solo che ho letto veramente tanti libri dall’ultima recensione che ho scritto e che stavo semplicemente aspettando il tempo necessario per rielaborare ciò che avevo appena concluso.
Ho scelto di recensire come primo libro dal mio ritorno La fattoria dei nuovi inizi fondamentalmente perché ho finito di leggerlo all’incirca un’oretta fa, e volevo condividerlo con voi.
Ho scoperto questo libro per caso, una settimana fa, mentre esploravo Amazon e dintorni alla ricerca disperata di qualcosa da leggere. Premetto che la mia libreria è fornita di libri che non ho ancora avuto il tempo di leggere, ma avevo bisogno di qualcosa di “diverso” o di nuovo, inesplorato. Quindi mi sono imbattuta nel primo libro tradotto in italiano di Devney Perry e mi ci sono buttata (non prima di aver letto un paio di altri libri, la cui recensione verrà pubblicata in seguito).
Essendo questo il primo libro che leggo della Perry, non avevo alcuna aspettativa in mente, nonostante le recensioni entusiasmanti che avevo letto nei suoi riguardi. Dunque ho preso questo libro come veniva, leggendo riga per riga e seguendo il corso della storia per come era scritto dall’autrice, cercando di non sviluppare il mio finale personale.
Detto questo, ho trovato questa lettura piacevole e leggera, con uno stile che mi ricorda la Phillips, che però rimane perfetta ed irraggiungibile nel suo essere. La Perry ho prodotto un buon libro, affrontando anche alcune tematiche importanti come la corruzione e l’etica, tematiche mi stanno particolarmente a cuore, data la mia professione, ma non entrerò nei dettagli, dato che significherebbe spoilerarvi il finale. Ha anche affrontato il problema della droga e uno più leggero che è quello del gossip nelle piccole cittadine: quanti di voi non si sono mai ritrovati nella situazione di essere al centro dell’attenzione del “gruppo di pettegolezzo” di turno, generalmente formato da amici di amici o da parenti più o meno lontani? È capitato anche a me, qualche volta. Non è esattamente parte del mio piano di vita essere coinvolta in queste meccaniche da piccola cittadina, ma la vita è quello che è. Soprattutto se, nel caso di Georgia, inizi ad uscire con il famoso Jess, lo sceriffo della contea.
Ed ecco che partono i dubbi e le paranoie: sarò abbastanza?
Credo che questa sia una delle paure che accomuna il genere umano: tendiamo sempre a paragonarci agli altri, a confrontarci per capire chi è il migliore, chi uscirebbe vincitore all’interno di un confronto. Che si tratti di fratelli o sorelle, amici o amiche, partner, cugini o parenti vari, nuovi vicini di casa o colleghi di lavoro, nel nostro cervello la domanda “Ma io sono meglio?” trova sempre la strada per continuare a rimbalzarci in testa e non darci pace. E, generalmente, crea incomprensioni che possono portare persino a conflitti. Niente da dire, è la natura umana, nessuno ne è immune e non possiamo farci a meno. L’unica cosa che possiamo fare, è affrontare il problema con la persona coinvolta, cercando di non creare un dramma. Il problema principale salta fuori quando questa domanda continua a ripetersi ed è legata al fidanzato/a di turno. A quel punto iniziano i dubbi, i “sarò abbastanza?”, il sentirsi inadeguati, imperfetti ed in difetto. Tutto ciò può avere due conseguenze: idolatrare il proprio partner all’estremo, guardarlo come se fosse una divinità e sottostare in tutto e per tutto alle sue decisioni, perdendo il nostro io, dimenticandoci che siamo anche noi una persona in grado di pensare e assimilandoci a lui, seguendo ciecamente ogni suo volere, annullandoci. Oppure, possiamo chiuderci in noi stessi, senza dare voci alle nostre paure ed ai nostri dubbi, allontanandoci dall’altro, portandoci, spesso, alla fine della relazione. Non me la sento di approfondire la prima opzione, perché non vorrei sembrare troppo dura o semplicemente poco empatica nei confronti di quelle persone che, nel pensiero comune, vengono definite “deboli” ma che spesso sono semplicemente persone che si sono perse e non sanno come ritrovarsi, o, magari, non vogliono farlo. Per quanto riguarda la seconda opzione, invece, è importante il ruolo del partner: chi ama veramente, chi ci tiene, cerca di rompere i muri costruiti dall’altro con più o meno tatto, cercando di salvare un rapporto che si avvia verso un’era glaciale mai vista prima.
Accade anche tra Georgia e Jess. Devo ammettere che non ho saputo apprezzare in pieno Jess, con quel suo atteggiamento da “decido io, faccio tutto io”. E la reazione di Gigi ad esso, piuttosto passiva alla fin fine, nonostante un tiepido tentativo di opposizione fatto all’inizio del libro. Insomma, sarà che io sia per la parità dei sessi, sarà che io sia pienamente convinta che in una relazione ci debba essere equilibrio, sarà che sia fortemente attratta dall’uomo alpha, ma, e c’è un grande MA, tutto questo solo nel caso in cui l’uomo alpha sappia anche fare un passo indietro, a rispetto dei miei bisogni e desideri, oltre al fatto che deve anche starmi a sentire. Già . Mi è uscito molto diretto e gergale, ma è quello che è: il XIXesimo secolo ha chiamato e rivuole indietro la patriarchia. Mi piace pensare di esserci lasciati alle spalle la mentalità machista anche se sono pienamente cosciente del fatto che non sia vero. Almeno nei libri mi piacerebbe ritrovare questo.
Atteggiamento pseudo-tiranneggiante e passivo a parte, la storia risulta essere intrigante, con un tentativo di creare suspence. Si potrebbe quasi affermare che sia un romanzo completo. Lo definirei più un abbozzo di romanzo, un primo buon tentativo di scrivere una storia romantica, che possa essere un punto di partenza per altre storie in un luogo reale, che presenta problemi normali che vengono affrontati da persone di tutti i giorni (finale a parte, ma non spoilero). Esempio: la nuova infermiera dell’ospedale con lo sceriffo della contea. Ritengo che a volte sia liberatorio leggere storie che abbiano come protagonisti qualcuno che non sia il miliardario o attore o rock star o principe di sto cavolo di turno. W la normalità ! (anche se i libri sono anche scritti per essere una via di fuga da tutto ciò che ci circonda).
Non sono effettivamente scesa molto nei dettagli di questo libro e nemmeno dei personaggi: so di aver divagato un pochino su un paio di argomenti che mi stanno particolarmente a cuore. Ho fatto questa scelta più che altro per evitare di spoilerare il libro ed il suo finale. Data la trama semplice e lineare, risulta moooolto facile fare un passo falso e finire con il raccontarvi tutto. E, personalmente, odio gli spoiler. Amo godermi la mia lettura in santa pace, senza star lì ad aspettare un momento preciso. Questo, però, solo se si tratta di un libro nuovo: dato che mi piace rileggere i miei libri preferiti, aspettare un momento preciso, quell’anticipazione è la parte che preferisco di più, perché so che ne uscirò completamente soddisfatta.
Detto questo, arriviamo al dunque. Libro apprezzato, lettura piacevole, ambientazione e co-protagonisti e comparse varie che danno spazio ad una vasta gamma di opzioni. Non vedo l’ora di sapere qualcosa di più sul triangolo Silas-Lissy-Wes: ho fatto le mie supposizioni e adesso non mi resta che attendere – o comprare il libro in inglese e leggermelo subito. Per non parlare di Maisy, sono curiosa di sapere cosa la attende. Quindi, consiglio la lettura di La fattoria dei nuovi inizi.
Voto 3.5 su 5 oppure 7 su 10.
Alla prossima, ragazzi.
Cordialmente,
B.
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